Era il 16 settembre, in una bella mattina di fine estate, la scuola spalancava le sue porte.
La Scuola Primaria, dalle grandi finestre rosse e dal portone giallo, sorgeva nella parte più bella del piccolo paesino, con una vista mozzafiato sulle montagne ancora colorate di un bel verde brillante.
Per il primo giorno di scuola era stata addobbata con cartelloni, palloncini, bandierine, striscioni colorati che davano il benvenuto e il bentornato agli alunni. Insomma, quella scuola era proprio bella a vedersi ed invitava tutti ad entrare ….
Bambine e bambini, dai fiocchi rossi e grembiulini blu, allegri e festosi si accingevano a varcarne la soglia.
I loro passi erano svelti, nonostante il peso degli zainetti, i loro visi sprizzavano gioia, le loro manine si alzavano per salutare chiunque incontrassero, tutti avevano voglia di ricominciare, di ritrovarsi con gli amici e con la maestra, per iniziare un meraviglioso viaggio nella fantasia, nel sapere e nella vita; perché sì, loro avevano fretta di imparare tante cose nuove per diventare subito grandi!
Davide un bel bambino albino, dal viso paffutello, dai capelli bianchi e dalla pelle candida come la neve, avanzava verso scuola con passo lento e incerto. Le sue manine stringevano forte quelle della mamma, era impaurito, era il suo primo giorno in quella scuola, tante domande si affollavano nella sua mente:
«Farò subito amicizia con i miei nuovi compagni? Sarò uno di loro?»
Le aspettative di Davide erano tante, perché lui era un bambino buono, generoso e diligente e desiderava avere tanti amici attorno a lui.
La mamma Aurora gli stampò un bel bacio sulla fronte e lo rassicurò:
«Stai tranquillo Davide, vedrai che andrà tutto bene! Ti farai tanti nuovi amici.»
Davide annuì e ricambiò il bacio con grande affetto.
Al suono della campanella tutti entrarono in classe, dove ad attenderli c’era la maestra Angela, una maestra molto brava e sensibile, che dopo i saluti iniziali spiegò ai suoi alunni:
«Quest’anno avrete un nuovo compagno, salutiamolo con un grande applauso!»
Nell’aula rimbombò un CLAC – CLAC fragoroso. La maestra Angela soddisfatta dell’accoglienza calorosa dei suoi alunni verso il nuovo compagno, chiese a Davide di presentarsi.
Davide abbassando lo sguardo disse timidamente il suo nome, quando alzò il capo, vide tutti i suoi compagni, in piedi con una mano alzata, che in coro pronunciavano queste parole:
«Ehi Davide battiamo il cinque!»
La sua mano sfiorò una ad una quella dei bambini, i loro sguardi si incontrarono. Ecco ce l’aveva fatta, in un attimo tutte le sue paure svanirono, Davide si trovava davvero nel luogo dell’amicizia, dell’accoglienza e dell’inclusione e poteva crescere in armonia e in allegria insieme ai suoi nuovi amici.
Tutti i suoi compagni avevano sempre ascoltato con grande attenzione gli insegnamenti della loro maestra che gli diceva spesso che ogni persona è speciale, unica ed irripetibile, e va amata e rispettata, e gli recitava spesso una poesia dal titolo "La Pelle" di M. Argilli:
Pelle bianca come la cera,
Pelle nera come la sera,
Pelle arancione come il sole,
Pelle gialla come il limone,
Tanti colori come i fiori.
Di nessuno puoi fare a meno
Per disegnar l’arcobaleno:
Chi un solo colore amerà un cuore grigio sempre avrà.
La maestra in seconda, gli aveva parlato delle guerre e loro benché piccoli avevano compreso fino in fondo che cosa significasse amare un solo colore: odio e dolore.
Loro, invece, amavano tutti i colori ma di più il rosso, il colore dell’amore, che non fa vedere la diversità e il verde, il colore della speranza, che li avrebbe aiutati a costruire un mondo migliore, senza pregiudizi e odio.
Inutile dirlo, quello fu un giorno di scuola davvero emozionante e ce ne furono tanti altri per l’intero anno scolastico.
Quei bambini possedevano buone basi per diventare davvero GRANDI E SOLIDALI!
Scritto dalla Classe III A scuola primaria San Fili rappresentata dall'insegnante Angela D'Agostino
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