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Sarei curioso di conoscere, rispetto a quando ho frequentato io, se è mutato sia l'approcio ma anche l'atteggiamento generale nei confronti di noi albini da parte del corpo docente e dei compagni di studio.
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Non chiedetevi cosa gli altri possono fare per voi, ma cosa voi potete fare per gli altri.
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Ciao Giancarlo sono la mamma di un albino di 17 anni. Io ti dico l'esperienza di mio figlio, sia gli insegnanti che i compagni lo trattano da diverso, forse anche per il suo carattere "debole". Sarei curiosa di sentire altre esperienze sia scolastiche che extra-scolastiche.
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Io ho frequentato le scuole elementari verso il finire degli anni '60. L'asilo è stato un disastro, anche e soprattutto per l'ignoranza delle suore che, dati i miei problemi di vista, avevano consigliato a mamma di portarmi in una scuola per non vedenti. Alle elementari è andata meglio, soprattutto gli ultimi tre anni grazie all'enorme sensibilità del maestro. Lui non mi ha fatto mai pesare la mia "diversità" ed in accordo con mia madre ero ben aiutata. Anche i compagni erano, globalmente, affettuosi e disponibili con me, soprattutto dalla terza elementare alla quinta. Ma le prese in giro ed i vari nomignoli un po' dispegiativi non mancavano. I miei genitori mi hanno insegnato a rispondere, a reagire, spiegando perchè ero così bianca e avevo gli occhi "storti", non con aggressività, ma competenza. Il periodo delle medie l'ho rimosso. Alle superiori ci sono stati alti e bassi, ma credo non fosse dovuto tanto all'albinismo, quanto al fatto che in adolescenza si "scatenano" un sacco di rivalità, aggressività, invidie....., ma questo l'ho potuto capire e metabolizzare soltanto molti anni dopo, anche grazie al mio particolare itinerario di studi universitari. E' molto importante divenire consapevoli della propria diversità e di quello che essa comporta. E i genitori, prima di tutti gli altri, debbono aiutare i figli che crescono, a divenire consapevoli e farsi carico dei propri limiti. Solo in questo modo i ragazzini, prima, gli adolesceti, poi e gli adulti, più avanti, saranno in grado di gestire e non subire, con adeguatezza le domande, le risatine, le "meschinità" degli altri, chiunque essi siano: adulti o coetanei. Laura B
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"ALZATI E CAMMINA"
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Buona sera, Aza, Giancarlo, Angelamass e a tutti quelli che stanno leggendo. La mia esperienza con i compagni di scuola non è stata negativa. In certi momenti è stata fredda ma, ritengo dipendesse solo dall'età e dai differenti interessi. Del periodo della materna ricordo giochi di gruppo, le uscite al mercato (con tutta la classe) per comprare gli ingredienti per fare i dolci nel laboratorio di cucina. Ricordo anche dei momenti sola con la maestra per fare delle schede didattiche ma facevano così con tutti i bimbi ai quali si sa piacciono coccole e attenzioni. Delle elementari ricordo il profondo amore e l'indiscutibile professionalità della maestra che è stata capace di dar vita ad un gruppo compatto, unito, omogeneo di bambini mettendo in evidenza ogni singolo individuo. Delle medie ricordo la freddezza di molti compagni, maschietti soprattutto, in preda a battaglie ormonali che, (ora dico fortunatamente) non mi vedevano quale oggetto dei loro desideri :))))). Delle superiori ricordo tutte le compagne con enorme piacere, sono state disponibili, quando necessario. Certo, qualche nota fuori dal coro c'è sempre stata ma nel compllesso "la musica è stata gradevole". Anche gli insegnanti sono stati, in linea di massima, dei professionisti, anche durante la breve esperineza universitaria, ho trovato docenti disponibili ad aiutarmi, mettendomi a disposizione il materiale trasmesso con la lavagna luminosa per esaminarlo in un secondo momento e dedicandomi del tempo per approfondire gli argomenti. Non posso però evitare di accennare un'unica esperienza negativa con un'insegnante di sostegno che non ne aveva la ben che minima qualifica. Si trattava di un'insegnate di artistica della scuola media fuggita dall'insegnamento, causa esaurimento nervoso, che ha pensato bene di ripiegare verso il sostegno, pensando fosse + semplice. La colpa però era del sistema scolastico che le ha permesso, per una questione di punti in graduatoria, di appropriarsi di un posto senza averne la qualifica e le capacità professionali a discapito mio e della precedente insegnante. Anche questo mi ha fatto crescere. Alla prossima.
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Una parola non definisce una persona, poichè essa si definisce attraverso le proprie azioni.
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Rileggendo i post precedenti mi è venuto un pensiero accompagnato da un moto di tenerezza per me ragazzina. Alla scuola superiore facevo consapevolmente un lavoro di autopromozione da vera imprenditrice: utilizzavo in piena coscienza il mio essere brava negli studi come merce di scambio nelle relazioni. Ero sempre disponibile a passare i compiti in classe con una creatività sui metodi che ora mi fa sorridere, ma soprattutto offrivo volentieri il mio aiuto per studiare insieme, nella speranza che, conoscendomi, i compagni di classe si rendessero conto che non ero una marziana, ma una ragazzina alle prese come le sue coetanee con le sue prime cotte, con le lotte per ottenere più libertà dai genitori, ecc. Di solito funzionava, almeno per avere una normale vita di relazione nella classe, per essere coinvolta in conversazioni con conteuti più frivoli o per condividere anche momenti di svago. Anche se le amicizie vere, quelle che dalla scuola mi accompagnano ancora oggi, sono nate su altre basi, su affinità vere, un po' meno strumentali.
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"Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi" Antoine de Saint-Exupéry - Il Piccolo Principe.
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Ciao Cristina, non mi sono dimenticata di te, siamo così vicine! Non credere che il fatto che tenga alla mia riservatezza escluda la possibilità un giorno di incontrarci. Ho voglia di strizzare il nasino di Sofia, come faceva con me mio nonno. Mi divertiva così tanto!
Tre settimane dall'inizio della scuola forse sono un po' poche ma hai voglia ugualmente di dirci come sta andando con Sofia. Per prima cosa, come sta reagendo a questa nuova esperienza? e tu, che impressioni hai dell'ambiente che ha accolto tua figlia (se e come l'hanno accolta)? Attendo presto tue notizie. Un abbraccio Maria.
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Una parola non definisce una persona, poichè essa si definisce attraverso le proprie azioni.
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Ciao Patty, lieta di rileggerti. Se la maestra non ha ancora capita cos'è l'albinismo e di conseguenza, cosa vuol dire insegnare ad un bambino albino, fa in modo che veda i filmati del convegno tanto per cominciare oppure inizia dall'approfondimento del TG DI VIDEOLINA di Antonio Pintori, (fatto molto bene) che trovi nella Homepage del sito, alla sezione rassegna stampa e radiotelevisiva. Sull'effettiva necessità dell'educatrice, la percezione delle insegnanti può essere molto soggettiva, magari, l'insegnante di Italiano di tua figlia è effettivamente in grado di gestire la situazione. Io darei a tutti il tempo di "prendere le misure" della nuova realtà che devono gestire. Continua nelle osservazioni in modo che potrai constatarne le differenza a metà anno. A presto! Isabella
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Una parola non definisce una persona, poichè essa si definisce attraverso le proprie azioni.
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CIAO, CON I SUOI COMPAGNI RELAZIONA BENE, DETTO DA SOFIA. SONO MOLTO CURIOSI NEL VEDERE CHE LEI USA IL LEGGIO, CHE COLORA CON I PENNARELLI PERCHE' SONO PIU' MARCATI. FA FATICA A RICONOSCERE ALCUNI COLORI SCURI. USA IL LEGGIO SE NO SI RITROVA CON IL NASO APPICCICATO AL QUADERNO. PURTROPPO L'APPROCCIO TRA ME E LA MAESTRA DI ITALIANO NON E' STATO MOLTO BELLO. SI E' DIMOSTRATA SECONDO ME, SUPERFICIALE NELLA SITUAZIONE. BAMBINI ALBINI NON NE HANNO MAI AVUTI, SECONDO ME E QUINDI FANNO FATICA A CAPIRE REALMENTE QUAL'E' IL PROBLEMA. A SOFIA PIACE LA SCUOLA, TROVA GIOVAMENTO NELL'AIUTO DELL'EDUCATRICE, MA VORREI UN PO' DI COMPRENSIONE DA PARTE DELLA MAESTRA. COMUNQUE LA SETTIMANA PROSSIMA HO UN COLLOQUIO E VEDIAMO SE RIUSCIAMO A CAPIRCI. SUL FATTO CHE LA MAESTRA ABBIA SOTTO CONTROLLO LA SUA SITUAZIONE HO SERI DUBBI. E POI E' APPENA INIZIATA LA SCUOLA, VEDIAMO PIU' AVANTI. MI PIACEREBBE PROPRIO CONOSCERTI DI PERSONA.
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Ciao Cristina, provo a fornirti un'altra chiave di lettura sulla maestra, in modo che tu possa affrontare meglio la questione. Le maestre spesso si trovano a dover gestire l'ansia e l'apprensione dei genitori (parlo con cognizione di causa, ho frequentato l'istituto magistrale ed ho fatto un po' di supplenze). Soprattutto se si tratta di genitori di figli con handycap. Se e ribadisco "se", lei ti vede così è molto probabile che cerchi di sminuire le difficoltà di tua figlia ai tuoi occhi nel goffo tentativo di contenere la tua ansia. Ciò non vuol dire che la tratti con superficialità o che non la tenga nel giusto conto. Scusa se mi ripeto ma fa in modo che l'insegnante s'informi sull'albinismo e sulle difficoltà visive che comporta, poi lasciala lavorare qualche mese e vedi come va. Anche a me piacerebbe conoscerti, ora non è un buon periodo per me ma + avanti ci troveremo di sicuro. Nel frattempo ti ho fatto avere (o arriverà domani) un mio messaggio in posta elettronica, tramite il cortese, nonchè corretto Giancarlo. a presto. Isabella
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Una parola non definisce una persona, poichè essa si definisce attraverso le proprie azioni.
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E' PROBABILE CHE SIA MOLTO IN ANSIA E VORREI PROTEGGERLA. SEGUIRO' IL TUO CONSIGLIO, LA LASCIO LAVORARE IN PACE PER QUALCHE MESE POI TIRERO' LE SOMME. GRAZIE DI TUTTO.
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Posso dire, per diretta esperienza, che quando andavo a scuola io, i compagni si comportavano con me in base al modo in cui si comportavano gli insegnanti. Cioè se l'insegnante era adeguatamente informato sul problema ed aveva assimilato il discorso "diversità", alcune mie modalità, come l'alzarmi per andare alla lavagna, il parlare con la compagna di banco per chiderle di vedere il quaderno, ecc., erano accettate e passavano in secondo piano, per tutti. Certo, ora le metodiche didattiche sono molto cambiate, ci sono i computer e tante altre "diavolerie" :-) Il concetto base resta comunque sempre lo stesso: gli insegnanti se IGNORANO, hanno il doivere di andarsi un po a documentare ed i genitori debbono avere il coraggio di dire con calma e chiarezza, quale siano le difficoltà di cui il proprio figlio è portatore. Ma prima di tutto, a monte di qualsiasi discorso, c'è una cosa, una questione delicata e non scontata! L'accettazione dell'atipia (è più adeguato, invece che diversità) del proprio figlio! Non è nè facile, nè scontata e agli inizi è dura, soprattutto se è il primo figlio o se pur non essendo il primo si ha un'esperienza di facilità di gestione scolastica o comportamentale, perchè i precedenti figli non "avevano dato problemi" e se la cavavano con estrema fluidità. Laura B
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"ALZATI E CAMMINA"
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CIAO INANZITUTTO VOLEVO PRECISARE E SOTTOLINEARE CHE LA MIA BIMBA L'HO VOLUTA E PARECCHIO. QUANDO MI HANNO DETTO CHE ERA ALBINA NON SAPEVO COSA VOLEVA DIRE, COSI' HO INIZIATO A DOCUMENTARMI DA QUALSIASI PARTE. L'HO ACCETTATA DA SUBITO ED E' LA MIA GIOIA COME DEL RESTO E' L'ALTRA FIGLIA CHE HO. NON E' STATO FACILE CAPIRE QUELLO CHE DOVEVO FARE PER LEI, POI PIANO PIANO CI SONO ARRIVATA E LO STO FACENDO TUTT'ORA. DO E STO DANDO IL MASSIMO PER LEI. IERI HO AVUTO UN COLLOQUIO CON LE MAESTRE. SONO CONTENTE DI COME STA ANDANDO... MA C'E' UN PERO'. UNA DELLE DUE MAESTRE NON VUOLE IL LEGGIO, VUOLE FARLE PROVARE IL QUADRETTO DEL QUADERNO PIU' PICCOLO QUANDO LEI NON RIESCE A VEDERLO BENE. HA L'EDUCATRICE E NON ACCETTA NEANCHE QUESTO. INVECE SOFIA E' TRANQUILLA E PIU' SICURA E QUANDO NON C'E' E' IN DIFFICOLTA' PERCHE' SE HA BISOGNO DI ANDARE ALLA LAVAGNA NON LO FA PERCHE' HA PAURA. C'E' STATA UNA GRANDE DIFFERENZA TRA LE MIE FIGLIE. LA GRANDE CHE HA QUASI 11 ANNI NON HA NESSUN PROBLEMA. TROVARMI CON SOFIA NON E' STATO FACILE MA PER TUTTO L'AMBIENTE CHE C'E' INTORNO ALL'AMBITO DELLA SCUOLA. LO DICO SEMPRE NON CONOSCONO L'ALBINISMO FINO IN FONDO. LE HO DETTO DI CONSULTARSI SU INTERNET. PURTROPPO SONO MOLTO DIFFIDENTE NEI SUOI CONFRONTI. SONO CONTENTA QUANDO MI DICE CHE LA BIMBA E' BRAVA, MAGARI RIUSCISSE A FARE TUTTO DA SOLA, MA GUARDANDO LA REALTA' NON E' COSI'.
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Salve, come anche detto nella presentazione, io a scuola non ho mai avuto grandi problemi. A volte certe cose dipendono tanto dal carattere di una persona... tolto il problema vista e il colore dei capelli, non ci scordiamo che c'è dell'altro - non che la "diversità" non caratterizzi la persona e il suo modo di essere ma a volte va messa un po da parte. Io materne niente... all'epoca nel mio paese niente asilo; elementari bene, la maestra era un angelo e i compagni tranquilli (eravamo tutti comunque della zona). Alle elementari ero uno tra i migliori della classe, per educazione, per lo studio ecc... per cui la mia era una "diversità" in positivo. Lo stesso anche alle medie; l'unico episodio risale al terzo anno quando c'erano da fare alcune attività sportive di competizione con un'altro istituto e la Prof.ssa di ed. fisica non me li ha fatti fare nonostante fossi stato inserito dai compagni. Superiori e Università benino tutto sommato: il problema mio è che non ho mai chiesto aiuto e tra l'altro ero anche molto svogliato... Sapete cos'era? Se andavi per un esame e iniziavi a parlare dei tuoi problemi, alcuni docenti si sentivano obbligati, per così dire a darti l'esame, e a me non andava. Per sommi capi, il mio handicap non ha posto limiti notevoli alla mia formazione, quel che non ho fatto, non l'ho fatto per la mia svogliatezza. Comunque all'Università avevo molte amiche donne e questo è stato forse un aiuto, forse una distrazione... chissà...;) W le donne
Mister_77
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...dove non arriverai con gli occhi...arriverai con la mente...
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Anch'io ricordo (in colonia) i quintali di crema "COPPERTON" di colore blu. Orrenda. Per la serie SE NON AVETE ANCORA CAPITO CHE SONO ALBINA, MI POTETE SCAMBIARE PER UN PUFFO :))))) Da quel che dici, sul discorso insegnanti, sembra quasi che loro non avessero coscienza delle tue difficoltà. Non avete parlato con loro ad inizio ciclo? Mi fa male vedere che ancora oggi, si verifichino tali situazioni, frutto di mancanza di conoscenza. Sull'utilità di un'insengante di sostegno che segua gli studenti albini, ci sono diverse correnti di pensiero (come puoi leggere dai precedenti post). Io credo che sia assolutamente inutile quando concepita come insegnante che "riduce i rallentamenti didattici" portando fuori dalla classe lo studente. Mentre è indispensabile quale figura di mediatore sensoriale. L'insegnante di sostegno, deve sostenere, appunto, lo studente nel percorso diattico, indirzzandolo verso le più opportune scelte educative. Dove per opprtune intendo le + consone alle caratteristiche ed alle capacità dello studente. Queste scelte educative si possono tradurre in "utilizzo di ausili tecnico/elettronico/informatico", in strategie d'apprendimento, in scelta degli obiettivi educativi realmente raggiungibili e quindi, non necessariamente curriculari. Quindi mezzi, modo e tempi. Scusa, forse sono scesa un po' troppo nel tencico :(. Nel caso, non esitare a chiedere liberamente spiegazioni. Isa
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Una parola non definisce una persona, poichè essa si definisce attraverso le proprie azioni.
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