A COSA SERVE LA RIABILITAZIONE VISIVA?
La qualità della vista e quindi anche della vita di un soggetto affetto da grave minorazione visiva non dipende soltanto dall’entità del deficit in quanto tale, ma anche dalla possibilità che il residuo visivo possa essere migliorato, o semplicemente sfruttato, con opportuno trattamento. Ciò è possibile anche attraverso l’uso di prodotti ottici ed elettronici che vengono genericamente chiamati “SUSSIDI OTTICI”.
La scelta degli ausili si è spesso limitata ad una prescrizione medica diretta, priva di una riflessione sulle esigenze, alla soddisfazione delle quali questa deve essere orientata. In ambito riabilitativo questo momento deve essere sempre preceduto da un corretto inquadramento diagnostico (sia oculistico che neurologico) e da un’accurata indagine psico-funzionale, poiché non è possibile schematizzare o preordinare la scelta degli ausili semplicemente subordinandola al deficit sensoriale. Questi devono essere individuati ed identificati in funzione del tipo e grado di difetto e delle necessità ed aspettative del paziente.
A tal riguardo si ritiene opportuno ribadire la necessità di intendere:
- l’ipovisione in un ottica interdisciplinare, in rapporto ai risvolti psico-funzionali che ne derivano;
- la riabilitazione nei termini di un percorso di supporto atto a promuovere l’adattamento alla limitazione e lo sviluppo di nuove capacità per lo sfruttamento del residuo visivo.
«La motivazione del paziente a partecipare alla riabilitazione rappresenta il fattore principale nel successo del percorso riabilitativo».
- Nel caso dell’adulto tale processo è stimolato da opportune tecnologie e metodologie che permettono, in parte, di acquisire strategie compensative. Tuttavia è la volontà a riadattarsi nonostante la difficoltà visiva ad essere l’elemento preliminare e fondamentale da rinforzare, affinché qualsiasi proposta riabilitativa possa essere avanzata e seguita dal paziente. A questo lavora lo psicologo, oltre che al trattamento di eventuali condizioni depressive e di resistenza alle cure.
- Nell’infanzia invece, il danno visivo colpisce l’organismo durante il suo sviluppo andando ad incidere sui processi di apprendimento, simbolizzazione e concettualizzazione della sensazione visiva, per cui in questa fascia di età risulta ancor più fondamentale la collaborazione tra le figure del team, al fine di intervenire il più precocemente possibile e con metodologie specifiche.
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