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Fiocco di neve

C’era una volta, una foresta coperta da una nebbia molto fitta; in quest’ultima era appena nato un coniglietto dal pelo candido e bianco come la neve, con gli occhi azzurri e limpidi come il mare.
La sua mamma lo cullava con amore e tenerezza fra le sue zampe dicendo che il suo cucciolotto era il più bello di tutti.
Col tempo il piccolo diventò più grandicello e la madre notò dei cambiamenti nel suo aspetto: era sempre più bianco simile a un fiocco di neve e, cosa ancor più strana, i suoi occhi erano sì vispi e allegri ma il loro colore sembrava di fuoco come se in essi si rispecchiasse il tramonto del sole.
Questi cambiamenti furono notati dai fratellini che, avvicinandosi a lui, lo guardavano con sguardi preoccupati, dicendo:
-Mamma, cos’ha il fratellino? E’ molto strano …
La mamma li tranquillizzava dicendo loro:
-Piccoli miei, il fratellino è come voi, solo che … ha il pelo più candido poiché è nato sotto la neve che gli ha trasmesso il suo candore.
I fratellini rimanevano sempre dubbiosi come se avessero paura del piccolo.
La mamma e il papà, stufi dei pregiudizi e delle preoccupazioni inutili dei loro piccoli, si consultarono e presero una decisione: interpellare il saggio gufo della foresta.
Detto, fatto.
La mattina del giorno seguente, l’allegra famigliola s’incamminò verso il grande albero della foresta, sede del vecchio saggio. Durante il tragitto, si scoprì un'altra cosa: il sole era alto nel cielo e il piccolo sembrava che esitasse a guardarne la luce, perciò si nascondeva fra le zampe della mamma.
Arrivati sul posto il saggio gufo accolse con calore e ospitalità tutti dal primo all’ultimo e, non appena vide il piccolo coniglietto bianco dagli occhi di fuoco, allargò le ali e lo strinse a sé.
Non si sa cosa sia accaduto nel cuore del gufo, fatto sta che si mise a guardarlo con commozione e ammirazione al tempo stesso e, dopo aver riflettuto e consultato tanti antichi libri e polverosi manuali sulle creature del bosco appartenenti alla grande biblioteca di famiglia, esclamò:
-Questa creatura è una benedizione del cielo, poiché unica e inimitabile; il suo candore e la sua bellezza immacolata, somigliano alla neve e d’ora in avanti si chiamerà "FIOCCO DI NEVE"! Sappiate che questo piccolo è uguale a voi perciò dovete volergli bene, accoglierlo, aiutarlo, comprenderlo, non considerarlo diverso ed essere amici e collaborare con lui per tutta la vita, come avviene per ogni fratello.
Il viaggio di ritorno fu diverso, allegro, felice e soddisfatto per il verdetto del grande gufo. I fratellini abbracciarono con affetto il piccolo e, saltellando con gioia, fecero ritorno verso casa. Da quel momento la vita per l’allegra brigata scorse serena e tranquilla.
Fiocco di neve riempiva le giornate di tutti con le sue qualità; era buono, generoso, altruista, comprensivo, caritatevole, disponibile con chiunque avesse bisogno di lui.
Con il passare del tempo, arrivò il primo giorno di scuola e i coniglietti alunni, tutti infiocchettati e accompagnati dalle mamme coniglio, non appena videro Fiocco di neve crearono un subbuglio! Tutti i conigli parlottavano tra di loro additando il malcapitato.
Un gatto dal pelo bianco, comprendendo la situazione creatasi, spiccò un salto ed andò in difesa di Fiocco di neve; si mise al suo fianco, fece fare silenzio e spiegò a tutti che Fiocco di neve era una creatura speciale e fece in modo che fosse nominato capo classe.
In classe Fiocco di neve cominciò a fare conoscenza con i compagni e tutti lo volevano come amico eccetto un cane chiamato "Carbone", per via del suo pelo folto e scuro come gli occhi ringhiosi e per nulla amichevoli. Si divertiva a minacciare coloro che lui riteneva più deboli per stazza e tra questi ritrovò Fiocco di neve.
Carbone insultava ringhiosamente Fiocco di neve, pronto ad azzannarlo con le sue affilatissime e pungenti parole come porcospini.
Ogni giorno ne inventava una più del diavolo per far demoralizzare il povero coniglietto, che non sapeva più come comportarsi per reagire con le buone maniere.
Ma un bel giorno la sorte cambiò.
Carbone finì nell’abbeveratoio dove l’acqua gli arrivava fino al collo e il cane cattivo capì finalmente cosa volesse dire paura; iniziò così ad urlare a squarciagola e a perdersi di coraggio poiché stava per affogare.
Per sua fortuna in quei paraggi vi era Fiocco di neve, intento a brucare l’erba del prato, che era pronto a tornarsene a casa poiché il buio inghiottiva tutte le cose. Ad un tratto gli parve di sentire un grande latrato provenire da una parte.
Il dolce coniglietto albino, benché il buio avanzasse, ci vedeva bene al buio e corse verso il luogo da dove proveniva una richiesta di aiuto. Oh! Grande sorpresa! Chi c’era nell’abbeveratoio? Era Carbone che implorava aiuto … ma, non appena si rese conto di chi aveva di fronte, cacciò in malo modo Fiocco di neve dicendogli:
-Non riuscirai mai ad aiutarmi, sei solo un buono a nulla! Vai piuttosto a cercare aiuto altrove! –
Il coniglietto buono e intelligente, avendo capito la gravità della situazione, seguì la sua coscienza e, mettendosi all’opera, disse:
-Caro povero meschino, non capisci niente della vita neanche quando sei in pericolo di essa. Che male ti faccio se la mia pelle è troppo bianca e i miei occhietti si muovono troppo e rispecchiano il rosso del vespero? Mi spiace per te, ma saranno proprio essi a salvarti perché ti vedono in questo buio inquietante e la mia bianca pelle ti sorreggerà con forza per tirarti fuori dalla morte sicura. Coraggio Carbone, metti via quella malvagità che tiene stretta in un morsa la tua anima e apri il tuo cuore alla bontà e alla generosità… -
Con le bianche zampine afferrò una grossa pertica e la porse al debole malcapitato che afferrò saldamente ma anche con disperazione il palo offerto.
Fiocco di neve tirava da un lato, spinto dalla forza della bontà, mentre dall’altro c’era Carbone che, preso dal panico, si aggrappava disperatamente per uscire dal guado.
Ma ecco che due ombre abbracciate, come lo Yin e lo Yang, piangendo di gioia si unirono in una stretta di pace e di perdono: Fiocco di neve e Carbone!
Da quel momento i due diventarono migliori amici e arrivarono trionfanti nel cortile della scuola dove s’era fatto giorno, ormai.
Appreso l’accaduto, tutti applaudirono a Fiocco di neve tributandogli gli onori degni di un eroe e lo nominarono: "Tutore della foresta".
La vita è molto varia e bisogna accettarla così com’è. Non tutti siamo uguali sulla Terra, ma siamo tutti figli di DIO e uguali davanti a Lui e al mondo.

Scritto da Alessio Rosario Milana e Antonino Palumbo

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