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Albino il leoncino

Tanto tempo fa, ma neanche troppo, c'era un leone piccolo piccolo, tanto carino, ma dal pelo bianco come la neve e gli occhi del colore del ghiaccio stretti come due asole. Il suo nome era Albino.
Tutti i leoncini avevano il manto rossiccio e siccome lui solo era bianco, lo prendevano in giro e lo lasciavano sempre da solo a giocare.
Un giorno mentre Albino se ne stava come sempre tutto triste vicino la savana, piangendo e disperandosi della sua sorte solitaria, un folletto della savana, di nome Willy, gli passò vicino.
Come tutti i folletti, era molto curioso. Per questo chiese al leone il motivo di tanto dolore:
"Nessuno vuole giocare con me perché ho il pelo bianco: non ci vedo tanto bene e il sole mi dà tanto fastidio, ma io ho tanta amicizia da dare e sono così buono!".
Il folletto, vedendo la tristezza negli occhi del leoncino, si commosse e pensò a un modo per aiutare il suo nuovo amico, il leoncino bianco di nome Albino.
Tornò nel fatato mondo dei folletti e convinse tutti gli altri amici folletti della savana a usare una delle loro speciali magie. I folletti non sapevano bene come aiutare il leoncino e così si misero a pensare, finché il folletto Reginald disse tutto contento che aveva trovato una soluzione. Avrebbero tessuto per il leoncino triste un meraviglioso mantello di tutti i colori dell’arcobaleno!
Quando i folletti ebbero terminato il loro lavoro erano proprio contenti, mai nessun manto era stato più bello: i colori dell’arcobaleno erano incantevoli.
Mandarono il folletto Willy dal leoncino e glielo consegnarono, mai nessun leoncino era stato così felice.
Willy vedendo la felicità nello sguardo del leoncino gli disse:
"Ricordati questo è un manto d'amore e solo con l'amore si conserverà nel suo splendore!".
Albino indossò subito il suo nuovo abito e tornò nella giungla; camminava con orgoglio col suo nuovo manto pieno di luce e si specchiava nelle acque vedendosi bellissimo.
Gli altri animali della savana vedendo questo nuovo animale diventarono curiosi e cominciarono ad avvicinarsi ad Albino. Lui, ricordandosi delle parole di Willy, dispensò felicità a chi era triste, coraggio a chi si spaventava della savana e amore a tutti quelli che lo conoscevano, anche a coloro che prima l'avevano fatto soffrire tanto.
Albino non riusciva a vedere tanto bene e preferiva uscire di sera, mentre di giorno rimaneva spesso all’ombra a raccontare le sue storie e a far divertire tutti i cuccioli.
Un giorno uno dei nuovi amici di Albino corse da lui tutto impaurito: uno dei suoi figlioletti era in pericolo, era caduto in una buca e non riusciva a risalire.
Albino corse subito a soccorrerlo ma rimase impigliato nel ramo di un albero che copriva la buca; fece per divincolarsi ma il manto color arcobaleno si strappò.
Ormai era vicino al cucciolo e, senza pensarci su, diede un ultimo strattone e riuscì ad acchiapparlo.
Purtroppo però il manto si era rovinato e gli altri animali della savana videro che quello era solo un vestito che ricopriva il vero colore del manto.
Albino era felice di aver salvato il cucciolo e non si accorse subito che il suo vestito era strappato.
Gli altri animali della savana fecero finta di nulla poiché si ricordavano di tutto l’amore che avevano ricevuto.
Albino correva felice verso la sua tana e, passando dinanzi ad un ruscello, si mise a bere e si accorse che il suo manto era bianco.
Triste e spaventato si rinchiuse nella tana senza più farsi vedere e senza mangiare.
Gli altri animali con i loro cuccioli erano molto preoccupati per la sorte di Albino, così decisero di rammendare il vestito.
Lavorarono per lungo tempo perché non riuscivano a trovare i colori dell’arcobaleno.
Poi un giorno ci fu un violento temporale e, quando cessò, videro in lontananza che si era formato un arco magico proprio con i colori del vestito di Albino.
Le veloci gazzelle cominciarono a correre verso la fine dell’arco magico e, arrivati lì vicino, videro che c’era un pentolone pieno d'oro e a guardia del calderone c’era uno strano animaletto che guardando le gazzelle disse:
"Siete venute per il vestito di Albino? Ecco questi sono i fili per aggiustarlo ma voi, che gli siete amici, stategli vicino e aiutatelo ad accettare il suo manto bianco; ditegli che Willy gli vuole bene e che a volte l’amore può dare sofferenza".
Tornati nella savana con i fili di tutti i colori dell’arcobaleno, si misero ad aggiustare il vestito e, terminato il lavoro, partirono per la tana di Albino portando il vestito rammendato, doni e cibo.
Arrivati lì, videro il leoncino infelice e sconsolato che piangeva in un angolo buio della sua tana. Avvicinandosi gli dissero: " Ecco, questo è il tuo vestito, indossalo se ti serve a ritrovare la serenità".
Albino lo prese: era ancora più bello, più lucente. Poi guardando negli occhi i suoi amici, lo mise da parte.
-"Amici", disse, "oggi con questo gesto mi avete fatto capire che per essere felici non è importante essere bello di aspetto ma essere bello nel cuore e nell’anima".
Prese il vestito arcobaleno e ne ricavò tanti piccoli vestiti per i cuccioli dei suoi amici, che lo abbracciarono felici.
Da quel giorno Albino visse felicemente col suo bellissimo manto color neve.

Scritto da Rachele Maisano

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