QUALI SONO LE FINALITÀ DI UN CENTRO DI IPOVISIONE?
- Aiutare il paziente ipovedente a sfruttare il proprio residuo visivo mediante la rieducazione alla lettura con ausili ottici e/o elettronici o sintesi vocale (in caso di cecità assoluta);
- Permettere al paziente ipovedente, attraverso l’addestramento all’uso degli ausili ed eventuali interventi sociali, di svolgere le operazioni legate allo stato sociale corrispondente;
- Promuovere il mantenimento dello standard di vita condotto prima dell’evento causa di ipovisione o il suo sviluppo per renderlo vicino a quello di un normovedente;
- Avviare attività preventiva e screening delle principali patologie causa di ipovisione nell’età dello sviluppo, favorendo il collegamento e la collaborazione con le strutture locali preposte all’intervento sulla disabilità in questione.
A tal scopo l’attività si articola come segue:
- Si esegue in primis un «colloquio informativo con relativa valutazione motivazionale» a cura dello «psicologo» in cui si riassumono le richieste del paziente e si valuta la motivazione ad intraprendere un eventuale percorso rieducativo;
- Qualora il paziente giunga su invio esterno con precisa e recente diagnosi di ipovisione centrale e non si rilevi la necessità di ulteriori accertamenti diagnostici, si effettua una «consulenza ortottica» e «microperimetria per la valutazione dell’area visiva residua». In caso di accertamenti e concomitanti trattamenti terapeutici si effettua consulenza oftalmologica preliminare;
- Successivamente si individua un «programma rieducativo» per usufruire al meglio dell’area suddetta con «ausili ottici e/o elettronici»;
- Laddove possibile sulla base delle indicazioni della microperimetria, si individua un percorso riabilitativo consistente nel trattamento con «biofeed-back»;
- Le caratteristiche, i tempi e le modalità di ogni percorso sono opportunamente valutate sulla base delle condizioni psico-fisiche e delle risorse motivazionali del paziente. A tal scopo si effettua supporto psicologico contingente la seduta rieducativa oltreché individualizzato. L’attività di «ascolto» e di «consulenza psicologica» coinvolge le «famiglie» considerate risorsa fondamentale nel percorso di supporto motivazionale e nell’adeguamento del paziente alle nuove condizioni di gestione domiciliare del disagio e degli ausili;
- Per i pazienti che vogliano partecipare esistono «gruppi psicologici di condivisione» condotti dallo psicologo/psicoterapeuta al fine di consentire la rielaborazione del vissuto psicologico ed esistenziale legato alla disabilità visiva;
- Per ultime si effettuano la prescrizione degli ausili ottici e/o elettronici più consoni alle esigenze del paziente, i relativi collaudi e follow-up.
Nell’ambulatorio di analisi visivo-funzionale sono generalmente presenti:
- Tavole ottotipiche «ETDRS»;
- Sistemi ingrandenti aplanatici;
- Occhiali prismatici binoculari;
- Set di sistemi telescopici galileiani;
- Set di sistemi telescopici kepleriani;
- Set di prova filtri medicali;
- Set di lenti di ingrandimento;
- «MICROPERIMETRO» per la ricerca dell’area visiva residua e fotostimolazione;
- «OCT» per lo studio approfondito della superficie retinica.
Nell’ambulatorio di riabilitazione visiva sono invece generalmente presenti:
- Videoingranditore ottico a colori con messa a fuoco automatica;
- Videoingranditore portatile;
- Sistema di lettura automatico;
- Leggio regolabile in altezza e inclinazione al fine di ottenere la migliore postura durante la lettura. Tale leggio è dotato di piano di scorrimento orizzontale per facilitare la lettura e ripiano per scrittura con pinza blocca fogli;
- Lampada a luce differenziata bianca fredda in contrasto di fase.
Requisiti per l’accesso:
- Essere affetti da patologie predisponenti all’ipovisione (diabete, disturbi vascolari, distrofia miopica etc.);
- Diagnosi precedente di ipovisione centrale (maculopatie etc.) o periferica (glaucoma, retinite pigmentosa);
- Per i pazienti in età infantile si effettuano consulenze ortottiche e oftalmologiche finalizzate alla prevenzione su invio del medico curante per sospetta o già diagnosticata ambliopia o patologie congenite (es. cataratta congenita).
«Quanto sopra si basa sull’esperienza del Centro per l’Educazione e la Riabilitazione Funzionale del Paziente Ipovedente della Regione Sardegna» diretto dalla Dr.ssa Chiara Mascia.
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